I CD e i dischi in vinile siano un'ovvia fonte di inquinamento da plastica. Sebbene l'impatto ambientale dei trasferimenti di dati online sia meno evidente, resta comunque significativo. La fruizione di contenuto culturale online ammonta ad almeno il 5% del consumo globale di elettricità (Aslan et al. Citato in Devine 2019). Devine (2019: 157-158) osserva che l'uso di plastica negli Stati Uniti in tutti i formati di registrazione ha raggiunto il picco di 6109600 chilogrammi nel 2000, scendendo a 7845200 chilogrammi nel 2016, mentre le emissioni di carbonio sono aumentate da 157 milioni di chilogrammi nel 2000 a oltre 200 milioni di chilogrammi nel 2016. Questi numeri coincidono con un calo del prezzo di acquisto della musica in quanto il supporto è passato da vinili e CD (supporto solido) al download (senza quindi la necessità di un supporto): un CD era venduto per 21,59 $ nel 2000, mentre un album digitale era venduto per 10,24 $ nel 2014. Attualmete, il settore dei download è stato più o meno superato dai servizi di streaming che offrono streaming illimitato per una cifra approssimativa di 10 $ al mese.